Alla ricerca degli Tsaatan, gli uomini renna

Oggi vi parlo un po’ dei popoli delle renne, li avevo già visti a dire il vero in Norvegia addentrandomi nella Tunda in pieno gennaio ( roba da pazzi se ancora ci ripenso, forse non saranno -60 della Mongolia, ma -30 si fanno comunque sentire ) e poi vicino l’area di Tromso.
Ricordo ancora il giorno in cui sono salita su una slitta trainata dalle renne congelandomi dalle ginocchia in giù per svariate ore, poi siamo entrati in una tenda meravigliosa, abbastanza diversa dalle ger/yurta mongole e più simile alle tepee americane. Pelli ovunque, un caldo meraviglioso, the.. dopo ore mi sono ripresa dai -25 con vento.. ne era valsa la pena anche se i miei piedi erano ancora congelati!
In Norvegia li chiamano Sami, sono protetti dal governo e si pensano discendano direttamente dai popoli che continuano ad abitare nella repubblica Russa di Tuva e vicino ai laghi Hovsgol e Tsagaan in Mongolia.
La li chiamano Tsaatan ( Dal mongolo Tsaa – Renna, Tan – Uomo ), anche se a dire il vero gli hanno affibbiato altri mille nomi. Sono una minoranza che conta veramente poche persone (circa 250), vivono in modo molto primitivo tanto che la maggior parte dei Mongoli non li considera quasi nemmeno loro concittadini, e se qualcuno di voi ha vissuto coi nomadi nelle Ger e già così gli sembrava una cosa improponibile immaginatevi a vivere nella taiga cibandovi solo di ciò che vi offre la natura( cacciando raramente ) che per 7-8 mesi l’anno è quasi nulla considerando il gelo, a dovervi difendere non solo da quello ma anche dai possibili predatori..Ah e scordatevi pure luce, elettricità e comodità mondane. Si, credo che la loro vita sia anche più difficile dei nomadi tradizionali.
Io li ho sempre ammirati molto e credo che abbiano il loro fascino, ma non hanno avuto vita facile.
Un popolo che è stato a lungo minacciato dai Russi per via del comunismo dove sciamani e religioni di altro tipo venivano viste come una minaccia e quindi perseguitate, dai mongoli gli era stato impedito di cacciare e gli era pure stato quasi imposto di vivere come gli altri in modo “sedentario” (e loro non ne hanno voluto sapere).
Persino i loro confini sono cambiati, prima potevano migrare da Hovsgol fino a Tuva, poi con la divisione dei confini tra Russia e Mongolia questo non è stato più possibile.Si era anche pensato di prenderli e ricollocarli tutti in una foresta americana, come se fosse una cosa “facile” e che ne avrebbe sicuramente portato l’estinzione.Pure Ai-chourek famosa sciamana di Tuva in uno dei suoi scritti racconta di come fosse difficile la loro vita, di come gli sciamani venissero abbandonati nei boschi per poi crescere in totale autonomia.
Ma cosa ci è successo? Qualcosa di incredibile, che se lo racconti non ci credono, che una ragazza che viene dalla città non si può immaginare. Era la mia prima volta al lago Hovsgol che finalmente riuscii a vedere completamente ghiacciato, un sogno ad occhi aperti.. abbiamo dormito due giorni in delle Tepee a una 40ina di km da Hatgal e camminato sul lago ghiacciato per ore, peccato non aver avuto dei pattini!!!! Il giorno seguente abbiamo deciso di partire in esplorazione per raggiungere una famiglia di Tsaatan ma dopo aver fatto il primo tragitto in macchina ( tempo tremendo, un freddo allucinante per essere aprile, condizioni della strada pessime.. del tipo esiste davvero una strada qua? Tanta ammirazione per i miei autisti.. perché a me dopo un ora era già venuto il mal di mare e forse avrei fatto più veloce a piedi ) ci perdiamo completamente finendo con la macchina prima infossati nella neve dove ci è toccato scavare a mani nude e spingere tutti assieme e poi con due gomme rotte in un colpo solo, due e di un fuoristrada gigante, mica una carretta di macchina, in più si sente un vento tremendo e il sole sta per tramontare, linea telefonica neanche a parlarne.
Il mio amico decide di mandare due ragazzi che erano con noi in avanscoperta a cercare qualche famiglia nomade vicina in grado di aiutarci, sta arrivando la nebbia e il buio e per una come me con un po’ di esperienza in montangna nonostante arrivi da Milano è pura follia. Lo blocco, gli dico che finisce che muoiono congelati vivi, che secondo me sta per arrivare un temporale qualcosa del genere perchè l’aria è strana. Riesco a convincerlo, finisce che dormo in macchina con altri 3 ragazzi e senza cena ( si perchè poi qua in Mongolia mangiano per sopravvivere mica perchè amano la cucina, cucinare o sedersi a tavola tutti assieme ). Mi dicono metti il giubbotto e poi sopra anche il sacco a pelo, quando va via il riscaldamento farà freddo e stanotte scenderà sicuramente sotto i -10.  Mi metto il mio giubbotto termico che tiene fino -15, il sacco a pelo a -20, gli scarponi di H/H da neve.. eppure sto giusto bene, fuori si sente un vento fortissimo..siamo nel nulla più totale in balia della natura.
Ci svegliamo verso le 4 di mattina col sorgere del sole, io tutta indolenzita tento di aprire una portiera senza riuscirci, spingo più forte e finisco a rotolare nella…neve. Il panorama attorno è meraviglioso, tutto bianco, nessun rumore se non quello degli animali… mi chiedono se voglio rimanere in macchina ad aspettarli perchè c’e tanto da camminare… ( e perchè sono una ragazza e tutti si preoccupano sempre troppo per me in Mongolia ) ma rifiuto.. chissà quante ore ci sarebbero da aspettare, e poi io ho fatto una mezza maratona, in bici mi sparo più di 100 km.. insomma posso sopravvivere. Alla fine a parte il mio amico che ha una forza veramente tremenda e che ricordo si mise anche a correre io arrivai abbastanza stanca e gli altri due ci raggiunsero quasi un ora dopo!! Camminammo alla ricerca di qualcuno per 18 km su e giù per le montagne con la neve fresca, orme di lupo a terra.. tra boschi, sentieri inesistenti e Ger che sembravano come miraggi nel deserto.
Dopo 18 km contati dal mio Garmin arriviamo presso una famiglia nomade che ci porta in villaggio a cercare dei pezzi di ricambio e ci aiuta con l’auto, io sono stata presso la loro casa ad aspettare il gruppo quasi 4 ore, un esperienza meravigliosa, peccato non saper comunicare! Devo assolutamente imparare le basi..! Morale della favola due giorni solo per tornare indietro fino Hatgal e recuperare tutti i pezzi mancanti, Tsaatan mancati, ma prima delle disavventure la natura ci ha regalato questa magnifica foto, con un cuore di ghiaccio spettacolare.

Qualche mese dopo conosco una guida che è di Hatgal e mi dice che prima lavorava nella taiga per un’azienda e conosce una famiglia Tsaatan, mi racconta varie cose e mi fa ascoltare un po’ di musiche con il suo inglese un po’ russso-mongolo. Chi lo sa, magari un giorno incontero’ anche questo meraviglioso popolo.

Se volete approfondire potete leggere il libro di Federico Pistone – Tsaatan gli uomini renna.

A seguito un estratto del suo libro:
“Sono rimasti in duecentotrentacinque: gli uomini renna si nascondono nelle foreste tra la Mongolia settentrionale e la Repubblica di Tuva, all’estremità della Siberia, in un territorio di centomila chilometri quadrati. Si spostano in continuazione, tra i 1800 e i 3500 metri di quota dei Monti Sayan, 510 parallelo, 99° meridiano, trascinati dai ritmi dolci e feroci della natura lungo invisibili itinerari costellati dalla presenza degli spiriti. Solo grazie all’intima alleanza con un migliaio di renne, la vita – la sopravvivenza – è ancora possibile in questo brandello crudele di pianeta.”


Oppure guardatevi il video/documentario:

Lords of the Animals: The Tsaatan, The Reindeer Riders

Tratto da “Una delle nostre prime avventure alla ricerca degli Tsaatan”