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Alla ricerca degli Tsaatan, gli uomini renna

3 Febbraio 2018

Oggi vi parlo un po’ dei popoli delle renne, li avevo già visti a dire il vero in Norvegia addentrandomi nella Tunda in pieno gennaio ( roba da pazzi se ancora ci ripenso, forse non saranno -60 della Mongolia, ma -30 si fanno comunque sentire ) e poi vicino l’area di Tromso.
Ricordo ancora il giorno in cui sono salita su una slitta trainata dalle renne congelandomi dalle ginocchia in giù per svariate ore, poi siamo entrati in una tenda meravigliosa, abbastanza diversa dalle ger/yurta mongole e più simile alle tepee americane. Pelli ovunque, un caldo meraviglioso, the.. dopo ore mi sono ripresa dai -25 con vento.. ne era valsa la pena anche se i miei piedi erano ancora congelati!
In Norvegia li chiamano Sami, sono protetti dal governo e si pensano discendano direttamente dai popoli che continuano ad abitare nella repubblica Russa di Tuva e vicino ai laghi Hovsgol e Tsagaan in Mongolia.
La li chiamano Tsaatan ( Dal mongolo Tsaa – Renna, Tan – Uomo ), anche se a dire il vero gli hanno affibbiato altri mille nomi. Sono una minoranza che conta veramente poche persone (circa 250), vivono in modo molto primitivo tanto che la maggior parte dei Mongoli non li considera quasi nemmeno loro concittadini, e se qualcuno di voi ha vissuto coi nomadi nelle Ger e già così gli sembrava una cosa improponibile immaginatevi a vivere nella taiga cibandovi solo di ciò che vi offre la natura( cacciando raramente ) che per 7-8 mesi l’anno è quasi nulla considerando il gelo, a dovervi difendere non solo da quello ma anche dai possibili predatori..Ah e scordatevi pure luce, elettricità e comodità mondane. Si, credo che la loro vita sia anche più difficile dei nomadi tradizionali.
Io li ho sempre ammirati molto e credo che abbiano il loro fascino, ma non hanno avuto vita facile.
Un popolo che è stato a lungo minacciato dai Russi per via del comunismo dove sciamani e religioni di altro tipo venivano viste come una minaccia e quindi perseguitate, dai mongoli gli era stato impedito di cacciare e gli era pure stato quasi imposto di vivere come gli altri in modo “sedentario” (e loro non ne hanno voluto sapere).
Persino i loro confini sono cambiati, prima potevano migrare da Hovsgol fino a Tuva, poi con la divisione dei confini tra Russia e Mongolia questo non è stato più possibile.Si era anche pensato di prenderli e ricollocarli tutti in una foresta americana, come se fosse una cosa “facile” e che ne avrebbe sicuramente portato l’estinzione.Pure Ai-chourek famosa sciamana di Tuva in uno dei suoi scritti racconta di come fosse difficile la loro vita, di come gli sciamani venissero abbandonati nei boschi per poi crescere in totale autonomia.
Ma cosa ci è successo? Qualcosa di incredibile, che se lo racconti non ci credono, che una ragazza che viene dalla città non si può immaginare. Era la mia prima volta al lago Hovsgol che finalmente riuscii a vedere completamente ghiacciato, un sogno ad occhi aperti.. abbiamo dormito due giorni in delle Tepee a una 40ina di km da Hatgal e camminato sul lago ghiacciato per ore, peccato non aver avuto dei pattini!!!! Il giorno seguente abbiamo deciso di partire in esplorazione per raggiungere una famiglia di Tsaatan ma dopo aver fatto il primo tragitto in macchina ( tempo tremendo, un freddo allucinante per essere aprile, condizioni della strada pessime.. del tipo esiste davvero una strada qua? Tanta ammirazione per i miei autisti.. perché a me dopo un ora era già venuto il mal di mare e forse avrei fatto più veloce a piedi ) ci perdiamo completamente finendo con la macchina prima infossati nella neve dove ci è toccato scavare a mani nude e spingere tutti assieme e poi con due gomme rotte in un colpo solo, due e di un fuoristrada gigante, mica una carretta di macchina, in più si sente un vento tremendo e il sole sta per tramontare, linea telefonica neanche a parlarne.
Il mio amico decide di mandare due ragazzi che erano con noi in avanscoperta a cercare qualche famiglia nomade vicina in grado di aiutarci, sta arrivando la nebbia e il buio e per una come me con un po’ di esperienza in montangna nonostante arrivi da Milano è pura follia. Lo blocco, gli dico che finisce che muoiono congelati vivi, che secondo me sta per arrivare un temporale qualcosa del genere perchè l’aria è strana. Riesco a convincerlo, finisce che dormo in macchina con altri 3 ragazzi e senza cena ( si perchè poi qua in Mongolia mangiano per sopravvivere mica perchè amano la cucina, cucinare o sedersi a tavola tutti assieme ). Mi dicono metti il giubbotto e poi sopra anche il sacco a pelo, quando va via il riscaldamento farà freddo e stanotte scenderà sicuramente sotto i -10.  Mi metto il mio giubbotto termico che tiene fino -15, il sacco a pelo a -20, gli scarponi di H/H da neve.. eppure sto giusto bene, fuori si sente un vento fortissimo..siamo nel nulla più totale in balia della natura.
Ci svegliamo verso le 4 di mattina col sorgere del sole, io tutta indolenzita tento di aprire una portiera senza riuscirci, spingo più forte e finisco a rotolare nella…neve. Il panorama attorno è meraviglioso, tutto bianco, nessun rumore se non quello degli animali… mi chiedono se voglio rimanere in macchina ad aspettarli perchè c’e tanto da camminare… ( e perchè sono una ragazza e tutti si preoccupano sempre troppo per me in Mongolia ) ma rifiuto.. chissà quante ore ci sarebbero da aspettare, e poi io ho fatto una mezza maratona, in bici mi sparo più di 100 km.. insomma posso sopravvivere. Alla fine a parte il mio amico che ha una forza veramente tremenda e che ricordo si mise anche a correre io arrivai abbastanza stanca e gli altri due ci raggiunsero quasi un ora dopo!! Camminammo alla ricerca di qualcuno per 18 km su e giù per le montagne con la neve fresca, orme di lupo a terra.. tra boschi, sentieri inesistenti e Ger che sembravano come miraggi nel deserto.
Dopo 18 km contati dal mio Garmin arriviamo presso una famiglia nomade che ci porta in villaggio a cercare dei pezzi di ricambio e ci aiuta con l’auto, io sono stata presso la loro casa ad aspettare il gruppo quasi 4 ore, un esperienza meravigliosa, peccato non saper comunicare! Devo assolutamente imparare le basi..! Morale della favola due giorni solo per tornare indietro fino Hatgal e recuperare tutti i pezzi mancanti, Tsaatan mancati, ma prima delle disavventure la natura ci ha regalato questa magnifica foto, con un cuore di ghiaccio spettacolare.

Qualche mese dopo conosco una guida che è di Hatgal e mi dice che prima lavorava nella taiga per un’azienda e conosce una famiglia Tsaatan, mi racconta varie cose e mi fa ascoltare un po’ di musiche con il suo inglese un po’ russso-mongolo. Chi lo sa, magari un giorno incontero’ anche questo meraviglioso popolo.

Se volete approfondire potete leggere il libro di Federico Pistone – Tsaatan gli uomini renna.

A seguito un estratto del suo libro:
“Sono rimasti in duecentotrentacinque: gli uomini renna si nascondono nelle foreste tra la Mongolia settentrionale e la Repubblica di Tuva, all’estremità della Siberia, in un territorio di centomila chilometri quadrati. Si spostano in continuazione, tra i 1800 e i 3500 metri di quota dei Monti Sayan, 510 parallelo, 99° meridiano, trascinati dai ritmi dolci e feroci della natura lungo invisibili itinerari costellati dalla presenza degli spiriti. Solo grazie all’intima alleanza con un migliaio di renne, la vita – la sopravvivenza – è ancora possibile in questo brandello crudele di pianeta.”


Oppure guardatevi il video/documentario:

Lords of the Animals: The Tsaatan, The Reindeer Riders

Tratto da “Una delle nostre prime avventure alla ricerca degli Tsaatan”

Cosa vuol dire vivere nelle Ger coi nomadi

27 Febbraio 2017

Come si vive coi nomadi nelle Ger?
Che esperienza andrete a vivere e perché preferiamo consigliarvi sempre questa soluzione rispetto a ostelli e campi turistici?

Alcune famiglie nomadi vivono all’inerno dei parchi naturali vicino a Ulan Bator, nel deserto e a nord verso il lago Hovsgol. Di norma si spostano 4 volte all’anno a seconda del cambio stagione e spesso accolgono turisti all’interno delle loro abitazioni. E’ un’ esperienza unica perchè vi permetterà un incontro ravvicinato con la vita di tutti i giorni e la cultura del popolo mongolo nomade.

Il tempo in una Ger scorre lentamente, si potranno osservare scene di vita quotidiana e aiutare le donne nei loro lavori quotidiani ( preparazione dei pranzi e delle cene, mungitura delle mucche, gestione del bestiame etc.. ).
Si potrà conversare con loro tramite le nostre guide, ma non vi preoccupate.. loro saranno curiosissimi nel vedervi e saranno i primi a farvi domande in lingua a noi poco comprensibile.. ma ci saremo noi a tradurre!!

Ma le Ger sono tende?

Assolutamente no! Spesso si sente dire “tende mongole”, ma queste strutture sono ben più grandi con dei letti al loro interno, dei piccoli mobili e una stufa al centro.
La stufa viene usata nei mesi più freddi come riscaldamento ma può essere accesa anche d’estate.
Le Ger sono stupende, dentro sono tutte in legno, mobili fatti a mano, dipinti e decorati solitamente di un colore giallo/arancione.
Viene sempre garantita una Ger privata, quindi se farete il tour privato per 1-6 persone starete tutti assieme nella Ger. Le persone nomadi hanno le loro Ger vicino alle vostre, mentre una viene sempre adibita come “comune” o dove si mangia tutti assieme.

E cosa si mangia?

I piatti tipici sono ravioli di carne, noodles, verdure, riso tutto rigorosamente bollito servito con the o milk tea.
Solitamente si mangia in compagnia tutti assieme, ma nulla vi vieta di mangiare tranquillamente dentro le vostre Ger.

Ma ci sono i bagni e le docce dentro le Ger?
C’è la corrente elettrica? Posso ricaricare il mio cellulare?

Assolutamente no, la scelta più rurale è anche quella più autentica e si vive esattamente nelle stesse condizioni dei nomadi.
All’interno non ci sono bagni, solitamente si trovano all’esterno o “alla Mongola” ovvero all’aria aperta.
Per quanto riguarda le docce non vi preoccupate, nei viaggi lunghi sono previste tappe nei campi turistici per permettere a tutti di lavarsi.

Per quanto riguarda l’elettricità a volte è disponibile a volte no, questo dipende da dove si trova la Ger, quindi non vi aspettate di poter ricaricare tutti i giorni il cellulare o la macchina fotografica, portatevi batterie di scorta o ricariche extra per far fronte a tutto ciò.

Se volete la comodità di un hotel questa scelta non fa assolutamente per voi. Se invece volete vivere a contatto con le popolazioni locali ai loro ritmi e capirne la cultura vi aspettiamo nei nostri viaggi!

Il bellissimo tetto di una Ger

Una Ger al parco Terelj

La Natura dei sentimenti – Haiku dalla Mongolia

20 Febbraio 2017

Questo libro lo abbiamo letto un po’ di tempo fa in e-book, ma lo trovate anche in formato cartaceo ( solo in inglese ) e narra di sette poeti del gruppo mongolo “Beyond the Limits” che hanno contribuito al libro con 250 haiku mischiando un concetto giapponese a delle poesie mongole. Un opportunità per scoprire un po’ di questa cultura di cui sappiamo ben poco e uno sforzo notevole da parte dell’autore nel tradurre in una lingua così diversa delle poesie cercando di dargli il significato più simile e vicino tra loro.

I Poemi parlano di storie di vita comune che hanno a che fare con la neve, i cammelli, i cavalli e le infinite steppe ma anche della taiga silenziosa e delle esperienze dei poeti sia tra paradossi e misticismi ma anche in una società molto a contatto con la natura, spirituale e pura.

La poesia haiku è un’arte, uno dei poeti mi ha colpito con una frase:

“Japanese people consider the frog song as the most beautiful thing. So Japanese people await his song in the spring, like Mongolian people expect the nightingale song.”

la bellezza della natura, il tempo e la vita umana. Ma non solo questo anche malattie e benessere negli haiku stessi.

Sicuramente un viaggio emozionante all’interno della poesia.

Anno: 2004 Casa Editrice: Mijikai Press

Da Irkutsk a Ulan Bator / In autunno

20 Febbraio 2017

Avventure sulla Transmongolica

4500 Km – 6200Km / Иркутск – Улаанбаатар

Alle 6,30 abbiamo la sveglia e un altro taxi ci porterà in stazione dove ci attende il treno Moscow – Ulan Bator che in un giorno ci porterà in Mongolia.
Finalmente questa volta siamo sotto e possiamo ammirare il paesaggio. Metto la sveglia alle 10 e mi concedo ancora due ore di sonno, le prime due sono noiose all’interno della foresta ma poi il treno arriva sul lago Bajkal fino a costeggiarlo tutto….. e poi dovrei riuscire a vedere Ulan-ude.
Poco dopo le 10 il treno arriva al Bajkal.. la mia previsione è stata giusta, pioviggina ma è una meraviglia.. villaggi sperduti a fianco, un lago che sembra non finire mai e la foresta accanto.
Una piccola stradina passa per tutto il lago ed i villaggi remoti… che bello sarebbe prendere una bici e fare un bel giro…

Ma sapete un po’ di storia della costruzione della transiberiana? In questo pezzo ( il più difficile da costruire ) il progetto iniziale prevedeva un battello che avrebbe dovuto attraversare il lago per poi proseguire dall’altra sponda ma i russi sbagliarono le previsioni di metri di acqua ghiacciata nel periodo invernale facendosi costruire un battello dagli europei che non andò bene. Successivamente furono costretti a costruire la ferrovia circumnavigando il lato sud-est dal lago, cosa per nulla facile date le numerose gallerie da scavare con mezzi pressoché vecchi per l’epoca.

Io mi guardo il paesaggio e tento di fare qualche fotografia mentre il mio amico se la dorme per quasi tutto il tempo, mi riperdo nel paesaggio pensando che questo lungo viaggio in treno passerà velocissimo e in un attimo saremo al border con la Mongolia.

Ci sono villaggi meravigliosi, inizia a piovere ma non importa è comunque figo. Ne passo alcuni costruiti solo di legno scuro, ogni tanto qualche casa coi particolari di colori sgargianti risalta, mi sembra di tornare nell’antica takayama del periodo edo, ma qui è diverso, è tutto più fatiscente, più rurale e mistico, un’aura avvolge tutti questi strani luoghi desolati attorno al lago, un tempo terra di sciamani e della mongolia, poi ceduta alla russia in cambio di aiuti, abitata da popolazioni completamente diverse tra loro.

Avventure sulla Transmongolica

Dalla frontiera russa a quella mongola

I controlli, i maledetti controlli. 2 ore fermi al border russo, altre due ore a quello mongolo. Andiamo a dormire all’1 e ci svegliano alle 6 facendoci capire di dover rifare le coperte che fra poco si arriva.

Controllano qualsiasi cosa, prima salgono coi cani, poi arrivano i militari, ci aprono borse, setacciano sedili, tutto il treno, sotto i tappeti, noi stessi. Poi arriva la polizia e ci chiede il visto, da dove arrivate, da dove siete partiti, dove siete diretti, quanti soldi avete con voi? Mi chiedono tutte queste cose in russo ma ormai ci ho fatto l’orecchio. guardano il mio visto con sospetto. All’andata a San Pietroburgo mi avevano chiesto perchè avevo un visto business e anche uno per la mongolia, e avevo risposto I have a meeting with my company and after I’ll travel a little bit, qua faccio capire la stessa cosa, aggiungendo un russia is wonderfull and too big, ma la sciura non capisce, annuisce un po’ poi per fortuna mi molla. Vai a spiegare che noi italiani sfigati dagli attentati di parigi, per qualche strano e assurdo motivo possiamo chiedere un visa solo di 10-12gg per viaggi individuali a meno che non si va con un viaggio di gruppo organizzato, che io personalmente detesto?! Tra l’altro 160 euro di visa che mi è costato più del biglietto di san pietroburgo… :@
Va bhe tornando ai controlli dopo un po’ se ne vanno. Ci fanno stare fermi un’altra ora, smontano e rimontano il treno cambiando locomotore e ci fanno ripartire! Figo così finally posso dormire mi dico, dato che sono stata sveglia tutta la mattina e il giorno a vedere il paesaggio… mi accuccio e dopo nemmeno 5 minuti ci rifermiamo, e nuovamente tutto again, cani, passaporti, controlli vari, se non altro questi parlano inglese.. ci danno due visa form da completare e ci fanno un po’ di domande… due ore dopo, questa volta sul serio partiamo e dormiamo fino all’arrivo a Ulan Batar.

Alle 6 ci sveglia una Tipa del treno e in russo ci dice di rifare i letti che fra un po’ si arriva. Io ho un sonno boia, lo faccio e mi riaddormento seduta. Alle 6,40 il treno arriva, scendiamo e inizio a pensare alla nostra guida per il tour in Mongolia, noiosa, anziana, chi lo sà? Con mia sorpresa arriva un ragazzo forse della mia età più americano che Mongolo, sarà la nostra guida per i prossimi 4 giorni.

Nel Nulla della Mongolia

In quattro giorni visitiamo posti bellissimi, che valgono tanto quanto Russia e Siberia, ma che hanno qualcosa in più, nei paesaggi infiniti ti ci perdi, ti rilassi… non vuoi uscirne. I nomadi sono delle persone meravigliose, abituate a vivere una vita molto difficile con veramente poco comparata a noi, dove in inverno le temperature possono scendere sotto i -40 gradi.
Ci offrono carne, noodles e verdure. Una signora del posto mi fa anche mungere le mucche e mi insegna a fare i loro ravioli di carne. Di loro ricordo gli sguardi meravigliosi, la razza Mongola ha qualcosa di mistico, sono più belli dei cinesi e molti di loro hanno carnagione più scura e occhi chiari, quasi sul verde-grigio, hanno dei vestiti tipici stupendi.







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